NO2 a Roma: la nuova mappa interattiva, i dati epidemiologici

L’aria che si respira a Roma causa, ogni anno, 120 morti premature (quasi una ogni 3 giorni), per il superamento del limite di legge sul biossido di azoto di 40 μg/m³;  2683 se si considera la soglia di 20μg/m³ stabilita dall’OMS. Almeno il 27% dei romani vive in zone della città dove le concentrazioni di NO2 superano i 40μg/m³. Secondo i dati raccolti, inoltre, il 100% dei cittadini della Capitale è cronicamente esposto ad un livello di NO2 superiore a 20 μg/m³, soglia oltre la quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce effetti nocivi per l’organismo umano.

LO STUDIO I dati presentati si basano sull’elaborazione delle rilevazioni della campagna “NO2, No Grazie”, svoltasi a Roma nel febbraio 2018, per creare una mappa interattiva del biossido di azoto, realizzata con tecniche di machine learning. Il risultato è un modello LURF (Land Use Random Forest), prodotto dagli studiosi del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio per predire la concentrazione dell’NO2 nei punti non direttamente campionati nel corso del progetto di citizens science, sulla base di parametri legati alla conformazione urbana e ai flussi di traffico.

EFFETTI SULLA SALUTE Le persone che vivono nell’area urbana di Roma sono esposte al biossido di azoto che deriva per la maggior parte dal traffico stradale. Studi e ricerche in tutto il mondo hanno stabilito che respirare aria inquinata ha conseguenze sulla salute umana, specialmente su quella dei soggetti a rischio: i bambini, gli anziani e le persone con patologie cardiovascolari e respiratorie. A partire dalla soglia dei 20 μg/m³ e su base annuale, per ogni 10 μg/m³ di biossido di azoto aggiuntivi si verifica un incremento della mortalità del 5,5%, nonché un incremento del 21% nella frequenza dei sintomi di bronchite nei bambini asmatici. Anche a breve termine, un incremento di 10μg/m³ della media giornaliera (24h) di NO2 determina un +1,8% nel numero dei ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie. A ogni incremento di 10 μg/m³ nel livello del biossido di azoto nell’aria, si ricollega una maggiore incidenza (2%) di tumore al seno nelle donne in menopausa. La letteratura scientifica menziona inoltre effetti nocivi sul feto, come riduzione di peso alla nascita, impatti sullo sviluppo polmonare dei bambini, e danni al sistema cognitivo dei più piccoli, oltre che degli anziani.

NO2, NO GRAZIEÈ un progetto di scienza partecipata promosso a Roma da Cittadini per l’Aria con Salvaiciclisti Roma e realizzato nel 2018 grazie alla partecipazione di 150 volontari che hanno misurato le concentrazioni di biossido di azoto mediante un campionatore passivo collocato dai partecipanti a circa 2,5 metri di altezza, vicino a casa, all’ufficio o alla scuola.

L’impatto sulla salute emerso esiste ed è importante nonostante alcuni limiti metodologici, quali l’aver svolto la campagna di misurazione in un periodo dell’anno caratterizzato da condizioni climatiche particolari (forti piogge, neve) e il posizionamento dei misuratori in punti non selezionati a priori per ottimizzare le differenze spaziali delle concentrazioni di NO2. Entrambi questi fattori potrebbero aver portato a sottostimare le reali concentrazioni di biossido di azoto a Roma.

DICHIARAZIONI – “Occorre dare nuovo impulso alla mobilità davvero sostenibile nelle città italiane, partendo dalla Capitale che rappresenta il biglietto da visita dell’Italia nel mondo”. Così Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, che continua: “I dati presentati oggi, che rappresentano il danno derivante dall’esposizione dei cittadini di Roma al biossido di azoto, evidenziano solo una parte del gravissimo pregiudizio che deriva dalla violazione di legge. A fronte delle morti premature ci sono danni allo sviluppo dei bambini e malattie croniche che accompagnano per tutta la vita. Le città in tutto il mondo lo stanno facendo:  per ottenere i benefici di una migliore qualità dell’aria e della vita serve eliminare al più presto i diesel e i veicoli più inquinanti che ammorbano l’aria di Roma, riducendo il traffico il più possibile”.

“La tecnologia ha fallito” aggiunge Paolo De Luca, referente della campagna ‘NO2, NO Grazie’ per Salvaiciclisti-Roma “i diesel anche di ultima generazione continuano ad emettere in strada grandi quantità di biossido di azoto, e il risultato danneggia tutti, come dimostra lo studio scientifico presentato oggi.  Purtroppo siamo diventati più esperti nello studiare i danni, che non nel prevenirli. Chiediamo all’amministrazione capitolina un’attenzione particolare alle misure di divieto di circolazione dei diesel come già avviene in tante città europee, e a breve anche a Milano”.

Da molti anni l’inquinamento atmosferico da traffico urbano a Roma, in particolare dovuto ai mezzi diesel, causa malattie e morti premature perché  priorità della città non sono state il sostegno al trasporto pubblico, la limitazione del traffico privato, la mobilità sostenibile. Roma ha bisogno di politiche di mobilità condivisa, mezzi pubblici diffusi e di meno macchine (specie se diesel)”. Francesco Forastiere, epidemiologo e consulente Organizzazione Mondiale della Sanità sui problemi dell’inquinamento atmosferico.

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2019-02-15T15:19:33+00:00 febbraio 15th, 2019|News|