Il ritardo di Regione Lombardia sul PRIA è inaccettabile

Per Cittadini per l’aria e ClientEarth, “è una mancanza grave. Soprattutto per la procedura d’infrazione UE cui è sottoposta l’Italia per l’inquinamento atmosferico. In campagna elettorale di qualità dell’aria si è parlato troppo poco: in gioco c’è la salute di milioni di cittadini”.

L’inquinamento atmosferico in Lombardia visto dal Monte Generoso

In Lombardia l’aria è una delle più inquinate d’Europa. Eppure la Regione non rispetta le scadenze che la Giunta ha fissato per aggiornare il PRIA. Una mancanza istituzionale grave, che rende ancora più difficile la situazione dell’Italia, chiamata proprio questa settimana a fornire risposte alla Commissione Europea in merito alle misure adottate per rientrare sotto le soglie di inquinamento e evitare la procedura di infrazione.

Il PRIA è il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria. È stato approvato nel 2013 e si è rivelato insufficiente a contrastare il grave inquinamento atmosferico presente da anni in Lombardia. Per questo, a seguito dell’azione legale avviata da Cittadini per l’Aria con il supporto di ClientEarth ad inizio 2017, il 3 aprile dello scorso anno, la Giunta regionale ha dato il via alla procedura di aggiornamento.

A dieci mesi di distanza, però, la qualità dell’aria in Lombardia è ancora lontanissima dall’avere livelli di inquinamento a norma di legge. E il nuovo PRIA avanza con ritardi inaccettabili. Ancora oggi, infatti, i cittadini non sanno a che punto sia la prima fase di aggiornamento del PRIA. La pubblicazione della bozza del nuovo PRIA sarebbe dovuta avvenire entro i primi giorni dello scorso mese di dicembre. Per ora, è stata pubblicata solamente la Relazione di monitoraggio triennale del PRIA, approvata lo scorso 30 ottobre, con quasi due mesi di ritardo (vedi scheda allegata).

“Il comportamento della Lombardia è inaccettabile. L’Italia rischia un deferimento alla Corte di giustizia europea con possibili gravi sanzioni e la sua regione più popolosa e ricca è colpevolmente priva del più importante documento di politiche contro l’inquinamento”, commenta Ugo Taddei, avvocato di ClientEarth. “La Giunta regionale ha deciso di aggiornare il PRIA solo in seguito all’azione legale da noi sostenuta e ora lo fa a rilento, con gravi ritardi, in totale disprezzo della salute dei cittadini lombardi che continuano a respirare livelli di inquinamento pericolosamente oltre i limiti di legge. Chiediamo che i documenti di aggiornamento del PRIA vengano predisposti e resi pubblici il prima possibile. Continueremo a lottare per il diritto all’aria pura: non c’è altro tempo da perdere”.

“Questi documenti – aggiunge la presidente di Cittadini per l’Aria Anna Gerometta – devono essere portati a conoscenza degli elettori. Dovrebbero essere il metro con il quale valutare l’operato e la volontà politica della Giunta uscente in materia di inquinamento atmosferico. E devono essere il punto di partenza per le proposte di tutti i candidati al Pirellone. Manca un mese alle elezioni e di aria pulita si è parlato troppo poco. Chiediamo a tutti i candidati e a tutti gli schieramenti di prendere impegni chiari e precisi, con tempistiche e risorse certe. Questa è una crisi sanitaria: bisogna agire con coraggio”.

 

L’nquinamento in Lombardia

La Regione Lombardia è, notoriamente, una delle aree più inquinate d’Europa. I limiti di concentrazione degli inquinanti nell’aria sono superati costantemente e pressoché ovunque in Lombardia. Si tratta di una situazione di emergenza con devastanti effetti sulla salute, che, purtroppo, è diventata “normale”.

Nel 2017, in 10 capoluoghi di provincia dei 13 lombardi è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio della qualità dell’aria di tipo urbano, il limite annuale per le polveri sottili di 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metrocubo di PM10. Cremona e Pavia hanno superato addirittura i 100 giorni nell’anno, mentre Milano ci è andata vicina con 97. Gli altri capoluoghi sono Lodi, Brescia, Monza, Bnrgamo, Como, Varese e Lecco (dati: rapporto Mal’aria 2018 – Legambiente).

Per quanto riguarda il biossido di azoto, invece, nella sola Milano, nel 2017, sei centraline su otto hanno superato il limite (40 µg/m³) consentito dalla legge, registrando un massimo di 64 µg/m³ (centralina di viale Marche) – più del 60% della dose consentita (dati: ARPA Lombardia).

Quanto sia scadente la qualità dell’aria in Regione lo mostra chiaramente anche l’ultimo rapporto dedicato al tema dall’Agenzia Europea per l’Ambiente che, con queste tavole, rivela quanto quella lombarda sia, purtroppo, una situazione che è palesemente unica in Europa. (Le tavole, relative ai valori del 2015, sono disponibili a questo link alle pagine 33 e 41).

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2018-04-30T09:14:05+00:00 febbraio 7th, 2018|Inquinamento, News|