Manifesto per l’aria pulita in Lombardia

Cittadini per l’aria e ClientEarth presentano un manifesto per far tornare pulita l’aria di una delle regioni più inquinate d’Italia. “Chiediamo ai candidati di impegnarsi, dichiarando se sosterranno oppure no queste proposte. Le misure adottate fino ad ora sono insufficienti e la Regione è in ritardo sul nuovo Piano per la qualità dell’Aria. Serve un cambio di rotta”.

Dalle limitazioni dei motori diesel al potenziamento dei mezzi di trasporto alternativi all’auto privata. Dai riscaldamenti delle case più puliti all’aumento del verde con 10 milioni di nuovi alberi. Da un’agricoltura più attenta all’ambiente fino a una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza, a partire dalle scuole e a un funzionario dedicato che si occupi solo di aria pulita. Per combattere davvero lo smog che da anni affligge la Lombardia e causa gravi danni sanitari ai Lombardi, Cittadini per l’Aria e ClientEarth hanno stilato una serie di proposte concrete (più una) che sottopongono ai candidati alla guida della Regione.

“Chiediamo ai candidati di ogni schieramento di dichiarare se sosterranno oppure no le nostre proposte. È necessario che i cittadini lombardi abbiano chiara la posizione dei candidati su questo tema dal quale dipendono la salute e il benessere loro e dei loro cari”, ha dichiarato la presidente di Cittadini per l’aria Anna Gerometta. “Le misure adottate fino ad ora sono insufficienti: servono un cambio di rotta in termini di urgenza e livello di ambizione e impegni precisi nei confronti degli elettori, esposti ogni giorno a livelli di inquinamento illegali e dannosi”. 

“L’Italia ha livelli di inquinamento tra i più alti di Europa e piani di qualità dell’aria tra i meno ambiziosi. Intanto la Lombardia è ancora colpevolmente priva del Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria. Il risultato: danni sanitari gravissimi e il rischio di pagare sanzioni UE. Eppure la soluzione ai problemi di qualità dell’aria esiste. Nel manifesto abbiamo raccolto 10 proposte concrete ispirate alle migliori esperienze nelle città europee. Chiunque vinca le elezioni del 4 marzo avrà l’opportunità e l’obbligo di rendere la Lombardia una regione leader in Europa anche per salute dei cittadini e vivibilità delle sue città”, ha aggiunto l’avvocato di ClientEarth Ugo Taddei.

In questa campagna elettorale il diritto a respirare aria pulita non ha avuto l’attenzione che avrebbe meritato. Così, abbiamo deciso di scrivere noi le parole che vorremmo sentire dire ai nostri politici. A chi si candida a governare la Regione più inquinata d’Italia chiediamo solo di sottoscrivere questi impegni e di portarli avanti una volta eletti”, hanno concluso Gerometta e Taddei.

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MANIFESTO PER L’ARIA PULITA IN LOMBARDIA

10 richieste (più una) ai candidati alla presidenza della Regione

Clicca qui per scaricare la versione integrale oppure la versione ridotta del manifesto

Leggi i nomi di tutti i candidati che hanno aderito al manifesto

PREMESSA

Non vi è regione italiana con livelli di inquinamento atmosferico elevati come quelli della Lombardia. L’aria sporca rappresenta, qui, una crisi cronicamente dimenticata. In una situazione geograficamente svantaggiata, che da tempo avrebbe imposto visione e determinazione, i cittadini lombardi subiscono invece, nella qualità dell’aria che respirano, gli effetti di politiche errate sommatesi negli anni e l’aggiunta di criticità a criticità. Non stupisce così che in Lombardia vengano cronicamente violati i limiti di 5 su 9 inquinanti dell’aria per i quali la legge indica una soglia a tutela della salute umana: PM10, PM2.5, NO2, O3 e benzo(a)pirene. Limiti risalenti nel tempo e che rappresentano una convenzione “politica”, non una soglia di non effetto, dato che anche al di sotto di essi sono ormai riconosciuti effetti gravi per la salute umana e un incremento di mortalità.

In base allo studio VIIAS, il più dettagliato studio condotto sull’impatto dell’inquinamento atmosferico in Italia, il solo particolato atmosferico (PM2.5) causa – con l’attuale scenario legislativo – quasi 7.200 morti premature all’anno nella provincia di Milano. E quasi 900 in provincia di Pavia, 357 in quella di Cremona, poco meno di 1400 nella provincia di Monza e Brianza, 700 in provincia di Brescia, 540 nella provincia di Bergamo. Lo stesso studio quantifica la mortalità prematura causata dall’esposizione della popolazione ai livelli attuali di biossido di azoto e ozono. E stima, a titolo esemplificativo, nella provincia di Milano, circa 4000 morti premature ogni anno causate dall’esposizione all’NO2, e poco meno di 100 a causa dell’esposizione all’ozono.

La Lombardia avrebbe già dovuto avere oggi – a seguito dell’iniziativ  a legale promossa nel 2017 innanzi al Tar Lombardia da Cittadini per l’aria e AIPI con il sostegno di Client Earth che l’ha costretta a promuovere l’aggiornamento del Piano Regionale di Interventi per la qualità dell’Aria, almeno una bozza del piano.  Con nuove misure, fondi, soluzioni e strumenti per rientrare nei limiti di legge nel più breve termine possibile come stabilito tassativamente dall’art. 23 della Direttiva 2008/50/CE. Al contrario, dalla delibera di aggiornamento del Piano della qualità dell’aria, datata 3 aprile 2017, la Regione ha unicamente inglobato nella propria pianificazione per l’arial’Accordo di Programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria – Accordo di Programma di bacino Padano”, una pianificazione insufficiente e, per alcuni versi controproducente.

La Lombardia è sottoposta a ben due procedure di infrazione europee. Per violazione dei limiti del PM10 e del biossido di azoto (NO2). Procedure che si sarebbero potute evitare con politiche adeguate e che, se si materializzeranno in una sentenza di condanna, comporteranno un danno enorme per le casse regionali.  Una beffa se si pensa che un doveroso incremento di spesa per misure di riduzione dell’inquinamento atmosferico avrebbe consentito al governo regionale e ai cittadini di risparmiare centinaia di milioni in spese sanitarie e altri costi sociali (assenze dal lavoro per malattia, accudimento etc.). Lombardia è la regione italiana più ricca: facile immaginare il danno derivante dall’inquinamento lombardo se si considera che, a livello nazionale, l’inquinamento atmosferico rappresenta un costo pari a circa il 5% del PIL nazionale. 

Una situazione così critica rappresenta un’occasione unica per mettere in campo azioni che fanno la storia di un paese. Cosa chiediamo ai candidati al governo regionale? Chiediamo un cambio di marcia in termini di priorità, ampiezza, incisività e urgenza delle politiche. Ma anche un cambio di direzione. L’adozione delle misure di risanamento della qualità dell’aria, lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea, non ammette dilazioni per ragioni di convenienza politica, spesa o opportunità. La salute dei cittadini viene davanti a tutto. Non ci sono categorie da proteggere. Ogni categoria è democraticamente rappresentata nei malati da inquinamento atmosferico. E l’attuale trascinarsi della Regione a scansare le procedure di infrazione o le sentenze dei Tribunali, delegando le misure ad altri enti con il palese intento di evitare ogni responsabilità invece che attivarsi e difendere la salute dei cittadini è un comportamento inaccettabile.

  • 1. LEADERSHIP – Moltiplicare l’impegno della Regione per 10, per rientrare nei limiti di legge e diventare un esempio per l’Italia

Dopo anni di inazione, serve un piano che moltiplichi per 10 gli interventi per la qualità dell’aria in Lombardia. La relazione di monitoraggio triennale del PRIA indica chiaramente la debolezza, insufficienza e pochezza delle misure sino ad oggi adottate. Il rientro della qualità dell’aria in Lombardia entro i limiti di legge deve avvenire nel più breve termine possibile a tutela della salute dei cittadini. Lo dice la legge. Un amministratore che si rispetti non tollera una situazione di tale illegalità senza fare tutto quanto è possibile per porvi rimedio. Questo richiede uno sforzo di investimenti, pianificazione ed attuativo che deve necessariamente essere moltiplicato (almeno) per 10 rispetto a quanto avvenuto sino ad oggi.

Nella mia qualità di Presidente proteggerò la salute dei miei cittadini e farò tutto quanto in mio potere al fine di ottenere il completo rientro della regione nei limiti di legge di cui alla Direttiva 2008/50/CE entro il termine del mio mandato, sforzandomi di attuare politiche che indirizzino la regione al rispetto dei limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Riconosco che una buona qualità dell’aria rappresenta un diritto umano dei miei cittadini e renderò il perseguimento delle politiche di riduzione degli inquinanti dell’aria, senza ambiguità alcuna, un  ambito prioritario, urgente e incluso nelle politiche di tutte le mie amministrazioni, moltiplicando, almeno per dieci, l’impegno regionale in termini di finanziamenti, risorse umane, progettualità, monitoraggio e comunicazione. Il mio esempio in materia di lotta all’inquinamento dell’aria sarà leader in Italia ed in Europa e contribuirà a far crescere l’attrattiva della nostra regione e delle sue aree urbane contribuendo al loro progresso”.

  • 2. BUON GOVERNO – Andare oltre l’Accordo di programma del Bacino Padano, che è insufficiente, e sostenere i Comuni più ambiziosi

L’accordo di programma per la qualità dell’aria nel Bacino Padano è debolissimo, procrastina le decisioni invece che assumerle ed in molte sue parti è fortemente incoerente (biomasse e diesel), deve essere migliorato e modificato al più presto e, nel frattempo, non può rappresentare un vincolo per gli enti territoriali né un freno dall’adottare misure aggiuntive e molto più incisive a livello regionale o comunale.  Il coordinamento tra istituzioni sia la base minima di cooperazione e non un opportunistico alibi per politiche al ribasso. Al contempo la soluzione di questa crisi ambientale richiede una forte leadership e una assunzione di responsabilità di governo da parte della Regione che deve abbandonare l’attitudine a delegare ad altri enti (comuni, città metropolitane e ANCI) le responsabilità di pianificazione che sono squisitamente regionali. Servono lungimiranza e visione per produrre norme avanzate in materia di tutela della qualità dell’aria e sostegno alle amministrazioni locali affinché possano essere ambiziose adottando politiche sempre più avanzate a tutela della salute dei cittadini.

Da Presidente darò la precedenza assoluta al rientro della regione nei limiti di legge quanto a qualità dell’aria impegnando la mia amministrazione attivamente nel supporto all’adozione e implementazione nel più breve termine di politiche molto più incisive a livello padano e nazionale. A livello regionale adotterò misure ambiziose e ben oltre quelle oggi previste dal protocollo al fine di ridurre le emissioni alla fonte dando la priorità alla salute dei cittadini e sosterrò le amministrazioni locali che sapranno essere ambiziose adottando politiche sempre più avanzate”.

  • 3. SENSIBILIZZAZIONE – Ricerca scientifica e comunicazione per far crescere la consapevolezza della cittadinanza in materia di inquinamento e diritto all’aria pulita

Da anni, invece che rendere lo sforzo su questo tema fortemente condiviso con i cittadini, le amministrazioni regionali si sono occupate di far percepire l’ineluttabilità del problema a causa della conformazione geografica del territorio. La conformazione del territorio lombardo è la ragione per la quale fare molto di più per raggiungere il rispetto dei limiti di legge, non una scusa per pietire a Bruxelles comprensione per la violazione dei limiti che la legge prescrive a protezione dei cittadini. La consapevolezza dei cittadini in relazione al problema, alle cause e soluzioni è un requisito minimo di successo delle politiche dell’aria. I cittadini consapevoli dei danni che l’inquinamento produce sulla salute e le casse regionali supporteranno l’implementazione di nuove misure con scadenze temporali ravvicinate e condivise. La comunicazione dei dati scientifici esistenti o, dove necessario, la produzione di nuovi dati contribuiranno alla comprensione del problema e alla sua soluzione. Ogni cittadino lombardo deve imparare a conoscere il problema, la sua urgenza e gravità per condividerne l’importanza.

“Per adeguare la consapevolezza pubblica alla gravità del problema e porre la scienza al servizio delle politiche, nella mia qualità di Presidente mi impegno a:

  1. promuovere una forte campagna di informazione e coinvolgimento dei cittadini – modulata in funzione delle criticità del territorio – con il supporto attivo del servizio sanitario regionale, dei medici di base, degli ospedali, delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo con il coinvolgimento dei genitori e del corpo insegnante, degli enti locali e territoriali pubblici, delle aziende di trasporto e dei concessionari di servizi pubblici, e delle aziende private;
  2. supportare gli studi scientifici volti a individuare le soluzioni che consentano di rientrar  e nei limiti di legge per uno o più inquinanti impegnandomi a comunicare i risultati ai fini di una rapida e condivisa adozione delle politiche. Mi impegno in particolare a:
  1. verificare nel più breve termine le limitazioni ai diesel necessarie al rientro delle aree urbane lombarde entro i limiti dell’NO2 condividendo con i sindaci la comunicazione dei risultati ai fini dell’adozione delle conseguenti limitazioni;
  2. procedere a valutazioni di impatto sanitario dei progetti e dei piani soggetti all’approvazione, all’intervento e/o al finanziamento regionale;
  3. a pretendere, approvare e pianificare piani, programmi e progetti che favoriscano il miglioramento della qualità dell’aria e qualora risultino inevitabili possibili impatti negativi a prevedere e/o pretendere soluzioni, misure e mitigazioni che assicurino, mediante il bilanciamento degli effetti, un non peggioramento della qualità dell’aria a livello locale o regionale ovvero laddove possibile un miglioramento, soluzioni, misure e mitigazioni che dovranno essere sostenute dai soggetti coinvolti secondo il principio “chi inquina paga”;
  4. supportare l’implementazione di progetti urbani che riducano l’esposizione al traffico dei bambini nelle scuole, dei parchi gioco, e dei cittadini negli ospedali e nei luoghi di cura;
  5. supportare l’attivazione nel più breve termine di sistemi di informazione in tempo reale dei cittadini – per mezzo dei display e via internet- sullo stato della qualità dell’aria, le previsioni e le limitazioni eventualmente temporanee nei centri urbani, nelle tangenziali e nelle autostrade;
  6. istituire una collaborazione con strutture di meteorologia per l’attivazione di sistemi di avviso alla cittadinanza con previsioni di situazioni critiche per inquinamento e delle misure di contrasto e per la riduzione dei fenomeni di accumulo degli inquinanti;
  7. attivare in tutte le scuole-guida della Lombardia l’introduzione del corso di eco-guida per i neo patentati e facilitazioni e sgravi per i guidatori esperti che vi partecipino”.

  

  • 4. STOP AI DIESEL – Limitazioni permanenti (e non stagionali), bando immediato di Euro3 ed Euro4 dalle zone critiche, aree a basse emissioni e basta ingressi nelle città dal 2025.

I fumi dei diesel sono stati riconosciuti cancerogeni per l’uomo nel 2013. Ed è dimostrato che almeno 4 su 5 automobili diesel anche di ultima generazione (Euro 6) hanno, su strada, emissioni di ossidi di azoto che superano di 5/6 volte il limite di legge con punte di oltre venti volte per alcuni modelli. Nelle nostre aree urbane, in cui la motorizzazione diesel è prevalente, questo produce un areosol velenoso che ha un impatto terribile sulla nostra salute: dalla gravidanza fino all‘ultimo respiro. Nel PRIA del 2013 la Regione Lombardia prevedeva il blocco dei diesel più vecchi (Euro 3) già nel 2015, blocco ora slittato di oltre tre anni. Serve un’inversione di tendenza. La stagionalità dei blocchi è incoerente. I veicoli non smettono di inquinare in primavera o la sera e gli inquinanti emessi, per esempio dai diesel (NOx), contribuiscono alla formazione in atmosfera del particolato (PM 2.5) e dell’ozono che affligge le nostre estati. I veicoli più inquinanti devono quindi essere bloccati, con una tabella di marcia molto più spedita, su base annuale e non più stagionale consentendo un concreto spostamento della mobilità verso mezzi più sostenibili. E le città, per la densità della popolazione residente sottoposta alla prossimità agli inquinanti, devono essere protette in maniera prioritaria. Nelle aree urbane è indispensabile rientrare nei limiti di legge per il PM e l’NO2 entro il termine più breve possibile, vietando l’accesso ai diesel non ancora soggetti a limitazioni e alle moto a due tempi, in un termine ravvicinato, e istituendo aree a traffico limitato che regolino l’accesso a questi veicoli e ai mezzi da cantiere più inquinanti.

“Mi impegno a inserire nel Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria misure atte a:

  1. rendere le misure di limitazione dei veicoli in funzione ambientale permanenti e non più stagionali;
  2. istituire nelle aree critiche l’immediato bando alla circolazione dei veicoli Euro 3 diesel (1/9/2018) e Euro 4 diesel (1/9/2019);
  3. istituire nelle città e aree metropolitane nelle quali sono superati i limiti per l’NO2, aree a bas  se emissioni che prevedano il bando o almeno la tariffazione della circolazione per i veicoli diesel sino alla categoria necessaria ai fini del rientro nei limiti di legge per questo inquinante e, inoltre e  comunque, un limite ultimo alla circolazione di tutti i diesel nelle aree urbane al 2025.
  4. dotare le aree urbane che superano i livelli di NO2 e/o PM 10 o PM 2.5 di sistemi di controllo mobili o da remoto degli inquinanti prodotti dai veicoli, al fine di verificare il rispetto su strada dei limiti emissivi in conformità al sistema Air’volution, facilitando il blocco dei veicoli le cui emissioni su strada non sono conformi ai limiti di legge;
  5. attivare un registro regionale dei mezzi da cantiere limitando l’ingresso nelle aree metropolitane ai soli mezzi conformi alla Fase IIIB della direttiva 97/68/EC (fino al 31.8.2019) e alla fase IV direttiva 97/68/EC (dal 1.9.2019);
  6. inserire fra le limitazioni all’accesso delle aree a basse emissioni i motorini a due tempi;
  7. revocare progressivamente le esenzioni esistenti per i veicoli inquinanti programmando scadenze temporali entro le quali le istituzioni già esentate (polizia, autoambulanze etc.) possano convertirsi all’uso di mezzi ambientalmente sostenibili”.
  • 5. ALTERNATIVE ALL’AUTO – Investimenti nel trasporto pubblico, promozione della ciclabilità, taxi e mezzi pubblici a basse emissioni, elettrificare i treni diesel

Il trasporto è la maggiore fonte di emissioni inquinanti in Lombardia. Il nuovo Presidente deve indurre i cittadini lombardi a preferire al mezzo privato a motore soluzioni alternative, più convenienti e competitive, a cominciare dal trasporto pubblico. La Regione deve supportare economicamente e fattivamente le aree urbane finanziando e sostenendo l’incremento del trasporto pubblico locale e regionale e l’attrattività di questo come strumento di miglioramento dell’ambiente, lo sviluppo della rete ciclabile regionale e di quelle urbane, le modalità attive di spostamento (pedonalità e ciclabilità), l’intermodalità, la mobilità condivisa ed elettrica, il trasporto elettrico e sostenibile delle merci e il turismo sostenibile mediante il crescente utilizzo della rete ferroviaria. Ad oggi, invece, la Lombardia, la più ricca e inquinata regione d’Italia, ha investito nella mobilità sostenibile e nel risanamento dell’aria solo le briciole di un bilancio miliardario. Solo a titolo esemplificativo, si pensi che per l’incremento della ciclabilità in Lombardia sono stati previsti, per un arco temporale di 6 anni, contributi per 20 milioni di euro – tratti da fondi europei – contro i 50 milioni messi a bilancio e spesi in pochi mesi per fare il referendum sull’autonomia.  La spesa pubblica sulle misure che riducono gli inquinanti dell’aria deve essere coerente alle fonti e alla gravità del problema che esse generano. L’investimento sul trasporto sostenibile deve essere la chiave di volta della nuova amministrazione con ridimensionamento e abbandono di tutti i progetti infrastrutturali che, favorendo la mobilità privata con mezzi inquinanti, generano maggior traffico e peggiorano la qualità dell’aria.

Mi impegno a incrementare al massimo delle possibilità di bilancio le misure a supporto del trasporto pubblico e la mobilità sostenibile favorendo l’attuazione nelle aree urbane delle misure di limitazione della circolazione con mezzi a combustione, ed in particolare a:

  1. supportare l’incremento della ciclabilità con l’obiettivo di giungere almeno al termine del mio mandato ad una quota di spostamenti ciclabili nelle aree urbane pari al 20% del totale;
  2. prevedere contributi per la rottamazione a flotte taxi, mezzi pubblici, merci e flotte aziendali per la costituzione di flotte a bassissime emissioni;
  3. favorire la rinuncia all’auto da parte dei cittadini con coerenti facilitazioni nell’acquisto di biciclette, abbonamenti al trasporto pubblico (treno, mezzi pubblici urbani) o a sistemi di car sharing elettrico;
  4. dare impulso alle azioni di mobility management delle aziende private e degli enti pubblici;
  5. incrementare il sostegno al trasporto pubblico e assicurare che tutti i treni diesel in Lombardia siano elettrificati o dotati delle migliori tecnologie di abbattimento delle emissioni;
  6. incrementare la pianificazione ed attuazione di sistemi di logistica su rotaia e elettri  ca sia su base metropolitana che regionale.

Mi impegno altresì al ridimensionamento e abbandono dei progetti infrastrutturali che, favorendo la mobilità privata con mezzi inquinanti, generano maggior traffico e peggiorano la qualità dell’aria

  • 6. RISCALDAMENTI DAVVERO PULITI – Divieti progressivi per la combustione di legna e pellet nelle aree inquinate e riqualificazione energetica degli edifici da potenziare

L’uso delle biomasse (legna, pellet) per riscaldare le case è un errore storico quanto lo è stato quello della promozione dei veicoli diesel per ridurre la CO2. Si tratta di una scelta dannosa per il clima perché la loro combustione produce polveri carboniose che sono un potente forzante climatico e contribuiscono allo scioglimento dei ghiacciai. Stufe e caldaie a biomasse domestiche hanno emissioni di particolato, B(A)P e NOX molto elevate se paragonate agli altri sistemi energetici disponibili pressoché ovunque in Lombardia. L’unica soluzione coerente è quindi, nelle aree in cui si superano i limiti per PM10, o PM 2,5 o B(a)P, vietare il loro utilizzo tout court. Le misure attuali – mascherate da rinnovamento del parco caldaie – di fatto incentivano la crescita di un sistema energetico che peggiora l’aria nella nostra regione e nelle nostre città. Inoltre, la combustione all’aperto delle sterpaglie e dei residui dell’agricoltura è un fattore rilevante di incremento del particolato e deve essere sempre vietata.

Mi impegno a istituire progressivi divieti di utilizzo della combustione delle biomasse ad uso domestico in tutte le aree nelle quali si verificano superamenti dei limiti di legge per il particolato o il B(a)P ed i cittadini abbiano accesso una fonte energetica meno inquinante. Mi impegno altresì a potenziare i programmi di riqualificazione energetica degli edifici e ad attivare sinergie che rendano l’utilizzo delle fonti di energia meno inquinanti più accessibili e convenienti per i cittadini.”

  • 7. DIECI MILIONI DI ALBERI – Più verde pubblico e privato nelle aree urbane con la riconversione delle aree dismesse e forestazione delle zone vicine alle autostrade

Le città e le aree urbane della lombardia hanno, mediamente, un ridotto indice di verde che è, invece, un fattore cruciale per il miglioramento della qualità dell’aria, della qualità della vita e l’adattamento ai cambiamenti climatici ai quali andiamo incontro. Berlino e altre città hanno adottato un Biotope Area Factor (BAF) che misura la permeabilità complessiva di una certa zona, e prescrive la quota di verde minima necessaria entro un ambito urbano.

Il mio impegno da Presidente sarà quello di incrementare il verde pubblico e privato all’interno delle aree urbane istituendo un Biotope Area Factor (BAF), la forestazione urbana e la conversione di una quota pari ad almeno il 30% delle aree dismesse a verde pubblico nelle aree urbane e suburbane. Mi impegno, anche in collegamento e coordinamento con le altre regioni padane, ad attivare un programma di forestazione delle aree contigue agli assi autostradali e di grande scorrimento ai fini dell’abbattimento delle emissioni provenienti da tali infrastrutture. Nel corso del mio mandato pianterò in Lombardia almeno di 10 milioni di alberi.”

  • 8. PIÙ SCIENZA E TECNOLOGIA – Un nuovo sistema di previsione del superamento dei limiti degli inquinanti e telecamere per monitorare i veicoli a fini ambientali

L’attuale sistema di attivazione delle misure temporanee per le situazioni di emergenza ambientale è insufficiente e incoerente. Attendere che si creino situazioni di superamenti dei limiti e che queste permangano numerosi giorni prima di attivare misure che riducano l’accumulo degli inquinanti è insensato e irresponsabile se si considera che, per ogni giornata di superamento si registrano indici di mortalità in eccesso che sono riconducibili ai livelli degli inquinanti dell’aria.

Inoltre il controllo delle classi ambientali dei veicoli in circolazione nelle aree urbane e della velocit  à di crociera in funzione ambientale sugli assi autostradali e tangenziali può essere condotto su tutto il territorio – non appena tale facoltà sarà inserita legislativamente – con le telecamere attualmente utilizzate per le infrazioni al codice della strada.

Da Presidente adotterò un sistema di previsione metereologica delle situazioni di superamento dei limiti con avviso anticipato alla popolazione e attivazione delle misure in tempo reale coerenti alle previsioni di accumulo al fine di impedire i superamenti dei limiti di legge non solo per il particolato ma anche per il biossido di azoto. Le misure temporanee verranno rafforzate con attivazione di limiti di velocità sulle autostrade e tangenziali (80 km/h). Mi impegno altresì a fare il possibile per l’ottenimento, nel più breve termine possibile, della modifica legislativa necessaria all’utilizzo delle telecamere oggi utilizzate per il solo controllo delle violazioni dal codice della strada, a fini ambientali”.

  • 9. AGRICOLTURA PULITA – Contro ammoniaca e metano, colture bio, meno fertilizzanti e meglio applicati, corretta gestione delle stalle e delle deiezioni animali

L’agricoltura rappresenta per la Lombardia un’importante risorsa naturale e economica. Tuttavia essa stessa contribuisce in modo rilevante, mediante la produzione di ammoniaca e metano, determinata dall’uso di fertilizzanti e dalla cattiva gestione dei residui dell’allevamento, all’incremento del particolato inorganico secondario (che si produce per reazione dell’ammoniaca NH3 con gli altri inquinanti presenti in atmosfera, per esempio i NOX) e dell’ozono (che si produce per reazione in atmosfera del metano CH4 con altri inquinanti). Paradossalmente, la stessa agricoltura è fortemente danneggiata dagli inquinanti atmosferici che riducono la produttività delle coltivazioni fino al 30%. È dunque necessario che la Regione supporti le aziende agricole che si impegnano per la sostenibilità ambientale della loro attività, favorendo la diffusione delle imprese impegnate nell’uso di tecniche agricole a minore o basso impatto ambientale e ad un uso ridotto di fertilizzanti, che preferiscono una dimensione ridotta di allevamento e che si impegnano ad attivare tutte le misure necessarie alla buone gestione delle deiezioni animali e dell’allevamento in generale.

Da Presidente sosterrò la diffusione di un’agricoltura che usi tecniche a basso impatto ambientale e che promuova l’abbandono di pesticidi, fitofarmaci, fertilizzanti e contribuirò, sia con programmi di formazione degli agricoltori, sia con l’utilizzo di contributi alla promozione e diffusione, in tutte le aziende agricole sul territorio, di sistemi di gestione ottimale dell’allevamento (corretta gestione delle stalle) e delle deiezioni (copertura delle vasche) e di applicazione dei fertilizzanti (mediante interramento)”. 

  • 10. IMPIANTI PRODUTTIVI PULITI – Best Available Techniques, autorizzazioni più attente all’impatto sanitario e riduzione dei materiali da incenerimento

La gravità della situazione lombarda impone la necessità di monitorare che tutti gli impianti produttivi adottino le BAT (Best Available Techniques) e cioè le tecniche impiantistiche, di controllo e di gestione che garantiscono bassi livelli di emissione di inquinanti; di ridurre ulteriormente i materiali da incenerimento; di impegnare in maniera ancora più rilevante le ATS nelle fasi di verifica dell’impatto sanitario in materia di autorizzazioni degli impianti.

“Nella mia veste di Presidente mi impegnerò a curare l’applicazione delle BAT da parte di tutti gli impianti produttivi  siti sul territorio lombardo, a attivare politiche volte alla riduzione al minimo delle materie da incenerimento, e sostenere la struttura sanitaria regionale nel suo fondamentale ruolo di monitoraggio dell’impatto sanitario degli impianti, delle iniziative e infrastrutture sulla qualità dell’aria – in totale indipendenza e nel rispetto del principio di precauzione”.

  • *. DELEGATO ALL’ARIA PULITA – Necessaria la nomina di un funzionario ad hoc

L’aria che respiriamo, per tornare pulita, ha bisogno di cura, dedizione e determinazione. Serve un responsabile regionale per la qualità dell’aria che si dedichi solo ed esclusivamente a questo tema e che assicuri l’implementazione degli impegni assunti.

“Infine, nella mia veste di Presidente mi impegno a nominare un delegato per la qualità dell’aria che sia responsabile dei tempi della corretta programmazione, del coordinamento, del rispetto dei tempi di attivazione e implementazione delle misure e degli impegni da me solennemente assunti nei confronti dei cittadini lombardi”.

 

ADESIONI

Hanno aderito al Manifesto per l’aria pulita in Lombardia:

  • Massimo Gatti, candidato alla Presidenza di Regione Lombardia – Sinistra per la Lombardia
  • Giorgio Gori, candidato alla Presidenza di Regione Lombardia – Coalizione di centrosinistra
  • Onorio Rosati, candidato alla Presidenza di Regione Lombardia – Liberi e Uguali
  • Dario Violi, candidato alla Presidenza di Regione Lombardia – Movimento 5 Stelle

 

  • Edoardo Croci candidata al Consiglio Regionale della Lombardia – Lista Energie per la Lombardia – Parisi con Fontana
  • Elena Grandi, candidata al Consiglio Regionale della Lombardia – Lista Insieme; candidata alla Camera dei Deputati – Insieme.
  • Cristina Niutta, candidata al Consiglio Regionale della Lombardia – Lista Gori presidente
  • Michele Sacerdoti, candidato al Consiglio Regionale della Lombardia  – Lista Civica Popolare per Gori
  • Danilo Scarlino, candidato al Consiglio Regionale della Lombardia  – Movimento 5 Stelle
  • Elisabetta Strada, candidata al Consiglio Regionale della Lombardia – Lista Gori presidente

 

  • Leyla Ciagà, candidata alla Camera dei Deputati – Partito Democratico
  • Grammenos Mastroieni, candidato alla Camera dei Deputati – Insieme

(lista in aggiornamento)

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2018-04-30T09:13:31+00:00 febbraio 22nd, 2018|Inquinamento, News|