Cittadini per l’aria: “L’industria del fossile non ferma il miglioramento dell’ambiente a Milano”

Aggiornamento (11 marzo 2021): Con le ordinanze nn. 272 e 273 del 2021, il TAR per la Lombardia, Sezione III, ha ritenuto di fissare per il 5 di ottobre 2021 le udienze di merito per i ricorsi presentati da Assopetroli-Assoenergia e altri contro il Regolamento per la Qualità dell’Aria del Comune di Milano (approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 56/2020 del 19 novembre 2020) relativamente alle norme in tema di sostituzione delle caldaie alimentate a combustibili (quali gasolio, legna da ardere, biomasse combustibili) e quanto all’obbligo di installare le colonnine elettriche negli impianti di distribuzione.

Il Regolamento, dunque, che disegna nuove regole per la città di Milano in tema di riscaldamento e getta le basi per l’infrastruttura necessaria all’utilizzo e alla diffusione dei mezzi di trasporto elettrici, continuerà a produrre i propri effetti. Tra 20/30 anni il clima delle nostre città non sarà più lo stesso. Imponenti ondate di calore o periodi di forti piogge renderanno molto meno vivibili territori e aree, con importanti se non devastanti effetti anche sui valori immobiliari e sul degrado e l’abbandono di alcune porzioni del territorio.

 

 

Milano, 8 marzo 2021

Domani, al TAR per la Lombardia, saranno celebrate le udienze in Camera di Consiglio per i ricorsi presentati da Assopetroli-Assoenergia e altri contro il Regolamento per la Qualità dell’Aria del Comune di Milano, approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 56/2020 del 19 novembre 2020.

Per tali ricorsi, l’uno volto a bloccare l’obbligo di sostituzione delle caldaie alimentate con combustibili molto inquinanti (quali gasolio, legna da ardere, biomasse combustibili) e l’altro a porre nel nulla l’obbligo previsto dal regolamento di installare le colonnine elettriche negli impianti di distribuzione, Cittadini per l’Aria ha proposto atti di intervento a sostegno del Comune e dunque del Regolamento per la Qualità dell’Aria.

Il Regolamento rappresenta un piccolo passo tra i molti da compiere per far fronte ad un problema che affligge la città da anni: l’inquinamento atmosferico. Milano, infatti, è sempre tristemente protagonista in ogni procedura di infrazione europea avviata nei confronti dell’Italia per l’inquinamento dell’aria.

E’ infatti del 20 novembre 2020 la sentenza della Corte di Giustizia (in causa C‐644/18) che ha nuovamente condannato l’Italia per aver violato – in maniera sistematica e continuativa – i limiti previsti per il PM10. Il 7 marzo 2019 la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per il mancato rispetto dei livelli di biossido di azoto e nell’ottobre 2020, la Commissione Europea ha promosso una nuova procedura di infrazione contro l’Italia (INFR(2020)2299), che come sempre riguarda Milano, per la violazione dei limiti dettati dalla Direttiva 2008/50/CE per il particolato più fino, il PM2.5, e quindi più pericoloso per la salute umana. Di fronte a una simile situazione e al danno alla salute ai suoi cittadini Milano deve agire in fretta e con forte determinazione.

Il Regolamento rappresenta un piccolo passo anche del processo volto a ridurre il carico climalterante della nostra città.

Che a promuovere i ricorsi sia proprio Assopetroli-Assoenergia, la grande rete del fossile in Italia, è significativo delle forze in campo che si oppongono alla rigenerazione ambientale delle nostre città.

Cittadini per l’Aria ha scelto di opporsi ai ricorsi, in difesa della salute dei cittadini, della vivibilità dell’ambiente urbano e della riduzione delle emissioni climalteranti.

Si consideri, quanto agli impianti a gasolio, che dall’inventario delle emissioni curato da ARPA Lombardia (www.inemar.eu) si può desumere che a Milano tali impianti, che rappresentano una limitatissima parte di tutti gli impianti (2% circa), producono quasi 5 tonnellate di PM2.5 all’anno contro le 3,7 tonnellate prodotte da tutto il resto degli impianti di riscaldamento a metano in uso a Milano e addirittura l’8% del totale della CO2 prodotta dagli impianti di riscaldamento sul territorio comunale e, infine, una quantità di biossido di zolfo, un potente cancerogeno per l’uomo, pari a 6 volte quello prodotto da tutti gli impianti a metano a Milano.

Quanto alle colonnine di ricarica, è essenziale creare al più presto una infrastruttura di supporto affinché i veicoli elettrici – che si auspica sostituiscano presto la logistica inquinante, i taxi, le auto in condivisione e i mezzi utilizzati per gli spostamenti motorizzati non evitabili – possano rappresentare davvero una alternativa. I cittadini chiedono città con meno traffico, più mobilità attiva, e mezzi di trasporto meno inquinanti. Bloccare questo processo significa allontanare il miglioramento della qualità dell’aria che si respira ogni giorno in città.

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2021-03-16T19:42:13+00:00 marzo 8th, 2021|News|