Il biossido di azoto può danneggiare le capacità cognitive: lo rileva uno studio dell’Università degli Studi di Milano

La ricerca confrontata con uno studio analogo di Barcellona evidenzia che le persone che vivono a Milano sono più lente, fanno più errori e rilevano un senso generale di benessere più ridotto

Milano, 4 agosto 2025 – L’esposizione al biossido di azoto (NO₂) potrebbe avere un effetto sulle persone che vivono a Milano, provocando un rallentamento del tempo di risposta nei test cognitivi (+4,4%) e un aumento degli errori (+76%). Lo rileva lo studio “Benessere mentale e inquinamento”, svoltosi tra il 16 gennaio e il 1° marzo 2024 e realizzato dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’Università di Padova, l’associazione Cittadini per l’aria e la rivista Epidemiologia e Prevenzione con l’obiettivo di indagare l’impatto del NO₂ – inquinante legato al traffico veicolare, in particolare diesel – sul benessere mentale quotidiano. Allo studio hanno partecipato 329 volontari, che per una settimana hanno indossato un campionatore personale di NO₂, compilato un questionario quotidiano e svolto un test cognitivo digitale (test di Stroop). Complessivamente  sono state raccolte oltre 2.000 rilevazioni giornaliere.

Silvia Fustinoni, responsabile dello studio, professore associato Dipartimento Scienze cliniche e di comunità dell’Università degli Studi di Milano, evidenzia come “la collaborazione attiva dei cittadini ha permesso di affrontare in modo rigoroso il tema della relazione tra qualità dell’aria e benessere mentale; la sinergia tra scienza e società civile è indispensabile per rispondere ai quesiti più complessi che riguardano la relazione tra salute e ambiente”.

Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, evidenzia che “Milano fa male ai suoi cittadini e causa danni iniqui. La qualità dell’aria innanzitutto, ma anche il livello di benessere che si flette sotto il  peso di una città che non ha vera cura di chi la abita. Una constatazione che deve imporre un cambiamento drastico e veloce delle politiche che ridia il diritto ad una buona qualità di vita a tutti i suoi cittadini, a cominciare da quelli, non pochi, le cui condizioni socio economiche rendono la città l’unico ambiente ad essi accessibile”.

Paragonando lo studio milanese con una ricerca analoga svolta a Barcellona realizzata dal team di ricercatori guidati da Florence Gignac dell’Instituto de Salud Global de Barcelona, emerge che le persone che abitano a Milano, maggiormente esposte al biossido di azoto, hanno livelli inferiori di benessere mentale, rilevando nei test cognitivi tempi di risposta più lenti, più errori, maggior stress percepito, minore qualità del sonno e un senso generale di benessere ridotto rispetto alle persone che vivono nella città spagnola. A Milano le persone risultavano più stressate (+12%), dichiaravano una peggiore qualità del sonno (- 22%), una minore energia e benessere (-14, 18%)

Queste differenze così marcate potrebbero essere determinate da diversi fattori, tra cui l’età media più elevata del campione milanese, ma anche – come emerge dai dati – l’esposizione prolungata a elevati livelli di inquinamento tipica del periodo invernale milanese. Confrontando, infatti, le concentrazioni di biossido di azoto delle due città appare evidente come l’esposizione delle due popolazioni sia stata molto diversa: gli ultimi mesi del 2023 e l’inizio del 2024 – come peraltro quasi tutti gli anni – sono stati caratterizzati, a Milano, da livelli elevati dei maggiori inquinanti, tra cui l’NO₂, mentre i barcellonesi non sono stati esposti a una qualità dell’aria così degradata. 

Nelle due città non solo i livelli degli inquinanti (sia PM2.5 che NO₂) sono significativamente diversi e peggiori per Milano, ma anche la qualità del disegno urbano e di alcuni parametri che possono influire sul benessere dei cittadini. Infatti da una ricerca che ha analizzato il disegno urbano rivolto alla tutela della salute di 1000 città europee da poco pubblicata dal centro di ricerca IsGlobal (luglio 2025), Barcellona ha valori molto più elevati, per esempio, per le opportunità di camminare (63,86% contro 53,45 di Milano), per la quota di percorsi ciclabili rispetto all’intera rete carrabile (5,56 contro 3,04 di Milano), per l’accessibilità dei cittadini al trasporto pubblico entro 300 mt da casa (78,73% contro 62,94 di Milano). Negli ultimi anni a Barcellona l’urbanistica ha prodotto sempre più interventi volti alla restituzione dello spazio pubblico alle persone – con piazze aperte, priorità a zone pedonali e ciclabili – permettendo così di diminuire sia le concentrazioni degli inquinanti che di migliorare la vivibilità dello spazio pubblico. Anche questo diverso livello di salute urbana può aver avuto un impatto sull’esito dei test.  Tali miglioramenti non sono stati promossi in egual modo a Milano e questo si ripercuote certamente sui livelli di inquinamento urbano e presumibilmente anche sui livelli di stress percepito, sulla qualità del sonno e sul riportato livello di benessere generale dei partecipanti.

Per approfondire lo studio qui un riassunto



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2025-08-04T17:16:13+00:00 agosto 4th, 2025|Auto, Inquinamento, News|