BIOSSIDO DI AZOTO A MILANO: L’ARIA È FUORILEGGE E NON MIGLIORA

L’inquinamento atmosferico non è più invisibile. Monitorando dal 4 febbraio al 4 marzo, i cittadini delle aree metropolitane di Milano e Roma hanno messo in luce le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) – un inquinante dannoso per la salute umana che deriva principalmente dalle emissioni del traffico e, in particolare, dai veicoli diesel – dando colore all’inquinamento in città.

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I risultati ottenuti grazie al supporto dei ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano, mostrano come in Lombardia, rispetto alle passate edizioni, la qualità dellaria che respiriamo sia sostanzialmente stabile, ferma su livelli non accettabili. Quanto appena detto ha una particolare valenza, soprattutto se si considerano le tecnologie e le politiche che sappiamo potersi mettere in campo. Dall’ultima campagna di scienza partecipata realizzata a Milano, Roma e Napoli nel febbraio 2020, è cambiato il mondo.  Abbiamo sperimentato modalità organizzative e modi differenti di vivere le nostre città che hanno confermato la nostra straordinaria capacità di adattamento e cambiamento. Da questa esperienza, tantissime città europee hanno colto l’occasione per ripensare e rimodulare in modo strutturale la loro mobilità ponendo le basi per città più sostenibili e a misura di tutti. Purtroppo, queste considerazioni non sembrano valere per il nostro territorio. Infatti, i dati della campagna di monitoraggio rappresentano un quadro ancora critico e sostanzialmente stabile e confermano i trend delle centraline del sistema di monitoraggio ufficiale aggiungendo dettagli e informazioni preziose sulle aree monitorate. 

Milano e non solo Milano: è il momento di cambiare.

I dati raccolti da quasi 1.000 cittadini colorano l’area monitorata di molte sfumature, spesso di arancione scuro o rosso brunito, evidenziando, sia all’interno del Comune di Milano che nell’area esterna, concentrazioni che superano di varie misure la soglia indicata dalle nuove linee guida dellOMS (10 μg/m³) oltre che il limite di legge imposto dalla Direttiva sulla qualità dellaria 2008/50/CE (40 μg/m³).

La mappa dei punti di monitoraggio scelti dalle persone, vicino a casa, a scuola, al lavoro, è integrata da quelli selezionati dai ricercatori per la calibrazione con le centraline ARPA e l’elaborazione che, a partire da questi dati puntuali, ha permesso di stimare le concentrazioni medie annue e permetterà nei prossimi mesi di sviluppare modelli e mappe che aiuteranno a studiare ancora più nel dettaglio come si disperde il biossido d’azoto. Questo inquinante, oltre ad essere di per sé responsabile di decine di migliaia di morti premature in Europa, contribuisce alla formazione di altri inquinanti pericolosi per l’uomo: il particolato fine (PM2.5) e, soprattutto nelle stagioni calde, l’Ozono. È infine risaputo che ad elevate concentrazioni di NO2 si accompagnano altri agenti tossici per la salute, come il black carbon e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

L’impegno dei cittadini riconsegna a ricercatori e amministratori nuovi e utili dati per approfondimenti e valutazioni circa trend e criticità a Milano e nei Comuni che hanno scelto di partecipare a fianco dei loro cittadini o nei quali i cittadini si sono attivati a tutela della loro stessa salute. Un progetto, quello di Cittadini per l’aria, che si è svolto in Lombardia per il quarto anno dal 2017 e il cui successo in termini numerici indica il desiderio di cambiamento che anima i cittadini anche a salvaguardia dei più piccoli e delle generazioni future.

I risultati in Lombardia e il focus su Milano

Il dato più allarmante che emerge dalle centinaia di campionatori posizionati in Lombardia è la media mensile pari a 44.8 μg/m³, un valore maggiore dei 40 μg/m³ che rappresenta il limite medio su base annua, attualmente in via di revisione da parte dell’Unione Europea. Se confrontato con gli standard indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo valore risulta 4 volte superiore al limite di 10 μg/m³ (media su base annua) e quasi 2 volte superiore al limite di 25 μg/m³ (media su base giornaliera) indicati a tutela della salute della popolazione. Tra i campionatori analizzati, il 74% superava il valore limite UE pari a 40 μg/m³ (media su base annua), il 100% risultava superare il valore suggerito dall’OMS pari a 10 μg/m³ (media su base annua), mentre quasi la totalità dei campionatori (99.9%) superava il valore suggerito pari a 25 μg/m³ (media su base giornaliera).

Approfondendo i dati puntuali della città di Milano, la cui media mensile è addirittura di 47 μg/m³, destano particolare preoccupazione i livelli di NO2 misurati intorno alle scuole. Il primato in negativo è dell’IC Ciresola, i cui campionatori, posizionati in viale Brianza, hanno misurato valori medi fino a 68.8 µg/m³. Seguono gli IC “Tommaso Grossi” di via Colletta (lato viale Umbria, 63.4 µg/m³), “Ermanno Olmi – Leopardi” (lato via Bodio, 60.2 µg/m³) e “Q. Di Vona T. Speri” (lato via Porpora, 62.4 µg/m³), e ancora l’IC “Confalonieri” (lato via Dal Verme, 58.1 µg/m³), le Scuole d’Infanzia Corsica 94 (lato viale Corsica, 57.0 µg/m³) e Venini 7 (lato via Venini, 55.9 µg/m³). La lista è lunga con la totalità delle scuole a cui vengono associati valori di NO2 ben superiori ai valori suggeriti dall’OMS a tutela della salute. 

Anche le vie dello shopping, dove le persone passeggiano esposte ai fumi del traffico, non vengono risparmiate. Concentrazioni di NO2 preoccupanti sono state rilevate, per esempio, in Corso Buenos Aires e Corso XXII marzo, a pari demerito con 61.3 µg/m³ (+53% = rispetto al limite annuale UE di 40 µg/m³), in Corso Vercelli (58.1 µg/m³ = +45% rispetto al limite annuale UE di 40 µg/m³), in Corso Magenta (52.7 µg/m³ in corrispondenza al Collegio San Carlo), in Via Senato, che lambisce il quadrilatero della moda, (62.4 µg/m³) o ancora ben 52.7µg/m³ davanti al Palazzo della Regione Lombardia. 

Anche se la media delle concentrazioni nella città metropolitana risulta pari a 41 µg/m³ e dunque inferiore a Milano città, tuttavia non si risparmiano valori da record in negativo a Monza – in via Manzoni – con una media mensile di 59.1 µg/m³, a Gallarate – in via XX Settembre – con 52.7µg/m³, a Legnano, nel centralissimo Corso Italia, con 61.3 µg/m³ e Segrate, accanto alle case con 66.7µg/m³. Fuori dall’area milanese, si segnalano altre criticità come, ad esempio, a Como – in Via Varesina – dove si sono misurati 64.5 µg/m³. 

Le responsabilità della Regione

I dati rilevati nell’area lombarda, che presentano ovunque livelli rilevanti, evidenziano come la responsabilità di questa situazione è riconducibile non solo all’insufficienza delle misure adottate localmente ma anche alle politiche di chi da decenni governa la nostra regione. Infatti, che la pianura del Po sia caratterizzata da una sua specificità orografica lo si è sempre saputo, ma è proprio per questo che le politiche di sostegno allutilizzo dellauto e del trasporto su gomma introdotte negli ultimi anni unitamente alla mala gestione del servizio ferroviario appaiono ancor più gravi. Negli stessi giorni in cui il Governo regionale lombardo cerca – in aperto contrasto con l’interesse e il diritto alla salute dei cittadini – di premere affinché si riduca al minimo l’effetto della revisione della Direttiva della Qualità dell’aria in corso a Bruxelles, un nuovo studio indica che, in Europa, è proprio il Nord Italia l’area nella quale si misura il più elevato contributo del traffico agli inquinanti dellaria e che, quanto a Milano, oltre un quarto della mortalità associabile allesposizione dei cittadini al biossido di azoto derivante dai trasporti è riconducibile al cd. fondo regionale” prodotto nell’area estesa dai rilevanti flussi di traffico inquinante. Le concentrazioni nel Comune derivano, in parte rilevante, anche dalle oltre 800.000 auto che quotidianamente entrano in città e che sono la diretta conseguenza della carenza nei trasporti su rotaia a livello regionale.

Giustizia sociale? Dimezzare il traffico delle nostre città

La rappresentazione delle concentrazioni misurate evidenzia molti luoghi dove – per esempio nelle arterie di scorrimento – vivono decine di migliaia di persone affacciate ai fumi di automobili, furgoni e camion. Luoghi dove affitti e case hanno costi più contenuti, ancor più a seconda della vicinanza del piano al traffico stradale, e dove si concentrano fasce economicamente meno favorite della popolazione che subiscono quotidianamente limpatto di una disparità sociale che ne mette a rischio la salute: viale Tibaldi (71 µg/m³), via Rombon (76.3 µg/m³), Viale Marche (74.2 µg/m³), viale Monte Ceneri (63.4 µg/m³). Mission impossible mettere in sicurezza anche chi vive in queste aree ? No. La soluzione esiste ed è legata alla drastica riduzione dei flussi di traffico in circolazione in città, consentendo a chi vi arriva di farlo agevolmente con i mezzi pubblici, bici, sharing, e, a chi vive e lavora a Milano, di spostarsi senza usare l’auto privata e utilizzando mezzi di trasporto commerciali davvero puliti (cargo bikes, furgoni elettrici).

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Le ZTL: più coraggio per la salute dei milanesi verso Milano Città 30

Se come abbiamo osservato dal confronto tra area metropolitana e area cittadina, Area B non sembra ancora esercitare un’azione efficace sulla qualità dell’aria, lo stesso si può dire anche per Area C. Infatti, nel complesso i campionatori posizionati all’interno dell’area a traffico limitato hanno misurato un valore medio mensile pari a 46.1 µg/m³, un dato di poco inferiore e dunque sovrapponibile a quello misurato all’esterno (47.2 µg/m³). In particolare, si evidenziano picchi di ben oltre 60 µg/m³, come ad esempio in viale Elvezia, via Senato e via Santa Sofia, che indicano la necessità di stringere i criteri di ingresso, riducendo le deroghe e le categorie ammesse. Cittadini per l’aria accoglie con favore la notizia del rincaro della tariffa ritenendo tuttavia che la misura, necessaria da molti anni, consista in un aumento (2,50€) troppo ridotto per avere un vero impatto. Come da tempo evidenziato serve completare al più presto la preferenziazione del trasporto pubblico locale ovunque, e agire su motorini e moto per i quali andrebbe introdotto un limite all’accesso per tutti quelli che non rispettano lo standard euro 3. 

Quanto ad Area B, i dati della campagna NO2, NO GRAZIE! 2023 confermano la necessità di ripensare la misura per renderla realmente efficace. All’interno della Low Emission Zone i dati sono mediamente più elevati rispetto a quelli raccolti all’esterno, con la totalità dei campionatori che misurano valori ben più elevati rispetto a limite che le linee guida dell’OMS indicano come valore medio giornaliero da rispettarsi a tutela della salute (25 µg/m³). Per quanto riguarda i valori annuali stimati, i ricercatori dell’Università Statale di Milano indicano che con buona probabilità il 20% dei campionatori supererà il valore limite normativo UE (40 µg/m³), mentre il 100% supererà il limite che le linee guida dell’OMS indicano come valore medio annuo da rispettarsi a tutela della salute (10 µg/m³).

A questo proposito, ecco le 7 mosse vincenti per rendere realmente efficaci le misure di contrasto dell’inquinamento dell’aria e della congestione del traffico: i) eliminare al più presto MOVE IN in città, ii) ridurre le deroghe ad Area B, iii) attivare azioni di contrasto forte della sosta illegale e ridurre le aree di sosta su strada liberando spazio per le persone e il verde, iv) creare percorsi continui sicuri per la mobilità attiva, v) comunicare per aumentare la consapevolezza collettiva in merito agli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute dei cittadini, coinvolgendoli nello sforzo per il bene comune, vi) attivare un coordinamento con i comuni dell’area metropolitana per il miglioramento del sistema di trasporto pubblico, vii) ultima mossa, ma non in ordine di importanza, per accelerare il percorso verso una città delle persone, sana e vivibile serve implementare la misura “Milano Città 30”, per dare il giusto valore alla sicurezza di chi si sposta in città dando dignità alle fasce deboli, come pedoni e ciclisti.

Milano Città 30 e i suoi spazi per i cittadini è un concetto chiave per la Milano del futuro che viene supportato dai dati della campagna di monitoraggio partecipata NO2, NO GRAZIE! 2023. Infatti, dalle elaborazioni dei ricercatori risulta evidente come le concentrazioni più elevate di NO2 si siano misurate nei pressi delle strade principali della città (+42% rispetto alle aree verdi) dove spesso la velocità è ben superiore a 30 km/h, mentre l’incremento dei livelli di NO2 nei pressi delle strade residenziali e di servizio risultava più contenuto (+21%).

E il verde, dov’è?

Un altro elemento che attira l’attenzione guardando le mappe pubblicate oggi è che il verde in città è troppo poco, sia che ci si riferisca a quello parchi e degli spazi verdi, sia che si parli dei punti di campionamento che rispettano il limite a tutela della salute per il biossido di azoto.

Dalle elaborazioni effettuate dai ricercatori dell’Università Statale di Milano, mettendo a confronto tessuto urbano costruito con aree verdi, queste ultime risultano associate a livelli di NO2 significativamente inferiori con una riduzione media pari al 32% per le aree verdi collocate nel Parco Agricolo Sud, del 19% per le aree verdi nell’Area Metropolitana e del 13% per le aree verdi presenti all’interno dei confini di Milano. 

In particolare, i – pochi – valori più contenuti rilevati dai cittadini e riportati sulla mappa, sono proprio nelle grandi aree verdi: al Bosco in città (28 μg/m³), in zona di Ronchetto delle Rane (28 μg/m³) e Macconago (29 μg/m³) e più internamente la città al Parco Sempione (31.2 μg/m³). Questi dati confermano che, oltre al ruolo fondamentale di contrasto delle isole di calore e di promozione della salute dei cittadini, le aree verdi risultano uninfrastruttura fondamentale nel mitigare linquinamento urbano.

Risultati, questi, che evidenziano quanto sia fondamentale per la nostra città la presenza, la cura e lo sviluppo di infrastrutture ambientali come il Parco Agricolo Sud e parchi di dimensioni importanti come il Bosco in città: l’Amministrazione prenda in carico i dati raccolti grazie all’impegno dei suoi cittadini e ascolti ciò che la ricerca indica come necessario. Si aumenti il verde in città, lo si protegga e lo si curi adeguatamente – contestualmente alla riduzione del traffico veicolare – per risanare l’aria che respiriamo e per abbassare le temperature in città. 

“La situazione che presentiamo oggi è frutto del sovrapporsi di politiche errate e incoerenti rispetto alla gravità del problema. La Regione ha enormi responsabilità risalenti ad una pianificazione addirittura dannosa in tema di qualità dell’aria che, non a caso, mostra un sostanziale stallo delle concentrazioni degli inquinanti a livello regionale ormai da diversi anni. È altresì cruciale che il Governo dia maggior sostegno – oggi insufficiente – alle politiche di mobilità delle aree urbane incrementando i fondi disponibili per il trasporto ferroviario su base regionale, il trasporto pubblico, la ciclabilità, semplificando e rendendo più agile l’implementazione delle politiche per la mobilità attiva. Anche entro il Comune di Milano, tuttavia, le politiche sono da tempo in affanno, se non ferme dallo scoppio della pandemia. I dati indicano che, invece, non è più tempo di piccoli passi”. Così Anna Gerometta, presidente di Cittadini per laria, che aggiunge: Il Sindaco decida di assegnare a questo tema il peso che gli spetta, recuperi il tempo perso dimostrando il coraggio di rendere Milano una città vivibile e sana proteggendo la salute dei suoi cittadini. Lo vorremmo vedere in conferenza stampa come la sindaca di Parigi, che lui ha apertamente supportato in campagna elettorale, che solo pochi giorni fa ha annunciato una campagna che assegna ai pedoni, alla mobilità attiva, allo spazio per le persone e alla tutela degli utenti fragili della strada la priorità assoluta nell’ambito delle politiche cittadine. Lasciare che chi vive e lavora a Milano e in Lombardia sia preda dei veleni di una mobilità tossica e pericolosa comporta per chi governa una responsabilità morale e giuridica. Milano ha potenzialità straordinarie da sfruttare: un territorio piatto, un buon sistema di trasporto pubblico, una popolazione ansiosa di godere dei benefici della mobilità attiva e del benessere che deriva dall’aumento del verde. Milano – confortata dai dati e dalle esperienze fatte altrove in questi anni – può essere l’esempio virtuoso per l’Italia quanto ad azioni e determinazioni per la rigenerazione ambientale delle città. Ma senza volontà politica ogni potenzialità è sprecata”.

“Progetti di scienza partecipata come NO2, NO GRAZIE! sono preziosi nel panorama attuale in quanto riescono a conciliare obiettivi diversi, tutti di grande rilievo. Da un lato attivano positivamente le energie dei cittadini mettendo le basi per un collettivo aumento della consapevolezza in merito a temi attuali quali l’inquinamento dell’aria delle nostre città. Dall’altro offrono ai ricercatori il giusto spazio per un più efficace dialogo con la società. In ultimo, permettono di raccogliere informazioni di dettaglio preziose che integrandosi ai dati delle autorità competenti possono contribuire in modo determinante all’aumento delle conoscenze sul tema dell’inquinamento dell’aria. Quanto appena detto assume ancor più rilievo se pensiamo che i nostri territori sono ancora oggi tra i più inquinati d’Europa” dicono Luca Boniardi e la Prof.ssa Paola Fermo, ricercatori rispettivamente del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano. 

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2023-07-17T11:57:08+00:00 luglio 12th, 2023|News|