Impatto Ambientale Del Trasporto Merci Marittimo

Il traffico delle merci deve diventare più sostenibile. “Facciamo respirare il Mediterraneo” – La campagna di Cittadini per l’aria per un’industria delle crociere più pulita.

Il trasporto delle merci via mare è considerato più sostenibile, sotto il profilo ambientale, perché le navi emettono livelli di CO2 t/km ridotti. Ma questa è solo una faccia della medaglia. Infatti, a livello globale, l’industria del trasporto marittimo delle merci determina una quantità imponente di inquinanti atmosferici che sono causa di gravi danni ambientali e accelerano il fenomeno dei cambiamenti climatici. Perché?

Le navi utilizzano olio combustibile denso (HFO) con alto contenuto di zolfo e metalli pesanti. Il contenuto di zolfo dei combustibili marini è attualmente stabilito in un valore massimo del 3,5%, ovvero 3.500 volte di quanto è consentito per i carburanti diesel utilizzati dai camion. Inoltre, l’adozione di sistemi efficienti di riduzione dei gas esausti – la normalità per il trasporto di terra – è un’eccezione nel settore del trasporto marittimo sebbene le tecnologie esistano e abbiano costi aggiuntivi minimi.

L’olio combustibile denso è molto economico: in aggiunta al basso costo della mano d’opera, questa è una delle ragioni per cui molte merci sono prodotte oltreoceano e in seguito spedite in Europa. Il costo del trasporto incide per il 2-3% circa sul costo totale del prodotto. Nel caso del trasporto di magliette e scarpe, il costo del trasporto per singolo capo si aggira intorno ai 2 centesimi di euro per le prime e 30 centesimi per le seconde. Passare dall’olio combustibile denso a un combustibile a più basso tenore di zolfo (0,005% o 50 ppm) comportava – nella seconda metà del 2013 – un aumento di costi del carburante del 45%.

Considerando che il costo del carburante rappresenta il 26% del costo del trasporto, questo aumenterebbe solo del 12% in caso di utilizzo del diesel in luogo dell’olio combustibile denso. Questo costo può ulteriormente diminuire se le navi limitassero la potenza dei loro motori per risparmiare carburanti e ridurre le emissioni. L’analisi fatta nel 2013 indicava che, anche nel caso in cui il maggior costo fosse ricaricato sul prodotto, un tablet PC costerebbe un centesimo in più mentre una maglietta e un paio di scarpe costerebbero rispettivamente 0,2 centesimi in più. Oggi con la caduta del prezzo del petrolio questo costo aggiuntivo è ancora inferiore rendendo trascurabile il maggior costo derivante dalla scelta di carburanti più puliti.

E’ necessario che le compagnie di navigazione operino una transizione verso combustibili a basso contenuto di zolfo e introducano sistemi più efficienti di trattamento dei gas esausti.  I filtri per il particolato dei diesel (DPF) e i sistemi catalitici di riduzione delle emissioni (SCRs) per una grande nave portacontainer costano circa 500.000 euro ciascuno. Considerando che il costo di costruzione di una nave della capacità di 10000/12000 container standard è di circa 100 milioni di euro, l’adozione di questi accorgimenti incrementerebbe tale costo dell’1% circa. E anche qualora questo costo fosse riaddebitato interamente al cliente, questo non avrebbe un impatto significativo sul costo del trasporto né sui profitti della compagnia. Per contro, l’adozione delle tre misure elencate (utilizzo di combustibile a minor contenuto di zolfo, adozione dei filtri e dei sistemi catalitici) ridurrebbe le emissioni di black carbon del 99%, quelle degli ossidi di azoto del 97% e quelle delle altre sostanze tossiche come i metalli di oltre il 99%.

Le richieste di Cittadini per l’Aria per l’Italia
Con il progetto “Facciamo respirare il mediterraneo” intendiamo contribuire alla riduzione delle emissioni di black carbon e degli ossidi di azoto dei motori delle navi. Si tratta di inquinanti molto dannosi per la salute umana e il black carbon è anche un potente climalterante.
Chiediamo pertanto che vengano adottate misure efficaci e comparabili a quelle già vigenti per il trasporto via terra al fine di proteggere la salute umana e la nostra terra riducendo le emissioni derivanti dal trasporto via mare.
In particolare chiediamo che:

  • Le navi commerciali passino dall’utilizzo dell’olio combustibile pesante al diesel a basso contenuto di zolfo (50 ppm) o a un combustibile simile, come il Gas Naturale Liquido (GNL);
  • Le navi commerciali siano dotate di sistemi efficienti per il trattamento dei gas di scarico (filtri per il particolato dei diesel  – DPF) e sistemi catalitici di riduzione delle emissioni (SCRs);

I costi aggiuntivi derivanti da tali misure possono in parte essere compensati attraverso altre misure quali motori più efficienti, riduzione della velocità o utilizzo delle rotte migliori per sfruttare le correnti. I costi aggiuntivi sul trasporto dei prodotti, come scritto, sono così ridotti da essere facilmente riaddebitati al cliente finale senza che, per l’effetto del cambiamento di policy, gli armatori e gli spedizionieri ne soffrano un danno.

Cittadini per l’Aria pertanto si appella anche alle aziende che spediscono i loro prodottiutilizzando il trasporto marittimo affinché
1) chiedano agli armatori e alle società della logistica l’utilizzo di carburanti più puliti per il trasporto delle merci e l’installazione di sistemi e tecniche di riduzione delle emissioni efficaci;
2) includano le emissioni di zolfo, black carbon e NOx nei loro rapporti di sostenibilità e impronte di carbonio.

Oltre al mondo delle imprese, anche agli organi di governo ai diversi livelli è richiesto di agire urgentemente per una drastica riduzione delle emissioni in alto mare.

Per questo chiediamo alle competenti autorità:

  • Di fare sì che le navi e imbarcazioni di proprietà dello Stato o quelle il cui costo dei tragitti viene in tutto o in parte coperto con fondi pubblici (navi di ricerca) utilizzino carburante di qualità superiore, con un massimo tenore di zolfo di 50 ppm o un combustibile simile pulito, avendo cura di dotare tali navi di filtri anti-particolato diesel e sistemi SCR, e di introdurre questa tecnologia quale prerequisito per tutte le navi di nuova costruzione.
  • Di monitorare affinché siano rispettati i limiti di tenore di zolfo dei carburanti oggi prescritti dalle norme vigenti, imponendo sanzioni effettive (economicamente penalizzanti) nel caso in cui questi limiti siano violati.
  • Di includere nei prescritti piani regionali per la qualità dell’aria le analisi, i modelli e le misure inerenti la riduzione delle emissioni navali nelle aree costiere e portuali;

Fonte NABU: https://en.nabu.de/issues/traffic/container.html
>> Scarica l’approfondimento “Backgroundpaper Air pollution from containerships”, NABU
>> “L’inquinamento marittimo causato dalle navi porta container” – Scarica l’approfondimento

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2018-04-30T09:16:12+00:00 luglio 19th, 2017|Facciamo respirare il Mediterraneo, News|